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Crisi Adblue - Cosa sta succedendo

28 Dicembre 2021

La mancanza di AdBlue rischia di mandare in tilt i trasporti, non solo gli autocarri pesanti, ma anche le auto Automobili. È l’allarmante scenario che si sta delineando negli ultimi giorni nel comparto a causa della grave carenza di AdBlue. Si tratta di un additivo indispensabile per far funzionare i motori a gasolio di ultima generazione, che è sempre più difficile da trovare sul mercato.

La sostanza, una soluzione a base di ammoniaca che viene versata in un apposito serbatoio sul veicolo, è in grado di abbattere le emissioni inquinanti dei motori diesel Euro 5 ed Euro 6, in particolare lo zolfo. Nel processo chimico con il quale viene prodotto è presente anche il metano, protagonista a sua volta nelle ultime settimane di un'impennata dei prezzi. Il vertiginoso aumento del costo delle materie prime, tra cui il gas naturale citato, ha creato una reazione a catena che ha coinvolto la stessa soluzione liquida usata nei diesel moderni.

Il costo dell’ AdBlue infatti è triplicato in poco tempo, passando da 230 euro a quasi 700 euro alla tonnellata. Così il prezzo per produrlo è diventato più alto di quello di vendita. Un meccanismo insostenibile che ha avuto forti ripercussioni sulle imprese produttrici, a partire da Yara Italia, azienda di Ferrara che produce il 60 per cento del liquido, costretta, per non andare in perdita, al momentaneo stop. L’ AdBlue è fondamentale per abbattere gli ossidi di azoto di camion e auto diesel di ultima generazione. La conseguenza? Il prezzo è più che triplicato, da 25 a 90 centesimi al litro. L’emergenza, che ha investito non solo l’Italia ma anche gli altri Paesi europei, sta creando un paradosso: la mancanza della sostanza rischia, paradossalmente, di lasciare parcheggiati i veicoli più moderni e meno inquinanti, omologati Euro 5 ed Euro 6, impossibilitati a camminare senza questo additivo, mentre i mezzi più inquinanti, Euro 4 o più bassi, potranno circolare senza problemi in quanto non necessitano del fluido. Si calcola che a breve, se non si troveranno soluzioni e non ripartirà la produzione, ci potrebbero essere qualcosa come un milione e mezzo di camion fermi, impossibilitati a circolare sulle strade per consegnare la merce, con una conseguente ed evidente crisi del settore dell’autotrasporto e della logistica, per non parlare dei milioni di vetture dei privati, che vengono usate soprattutto per lavoro. Nel frattempo c’è chi agisce d’impulso e chi cerca di approfittarne: sono infatti sempre più numerosi i fenomeni di accaparramento di prodotto e di speculazione.

 

Nei punti vendita, dai magazzini all’ingrosso fino alle catene di bricolage, dove si riesce con un colpo di fortuna a trovarne ancora, l’ AdBlue viene esaurito in un lampo, con camionisti (e non solo) che vagano da una stazione di servizio all’altra senza spegnere il motore del loro mezzo per timore di non riuscire più a riaccenderlo, alla ricerca dell’introvabile «fluido magico». Senza la sostanza, infatti, il catalizzatore Scr montato sui veicoli a gasolio non funziona, quindi la vettura (o il mezzo pesante) non rispetterebbe le norme antinquinamento. Al riguardo è sconsolato e preoccupato il commento del rappresentante legale di Yara Italia rilasciato al quotidiano La Nuova Ferrara: «In Europa ha chiuso la metà dei produttori. Tutti stanno fermando o riducendo la produzione. L’alternativa sarebbe importare prodotto dall’estero, ma con le chiusure degli stabilimenti nel Vecchio Continente e con le limitate capacità logistiche che ci sono, il sistema Italia non è in grado di sostituire Ferrara in breve tempo».

Fortunatamente (o forse no..) questa situazione non crea nessun problema alla AMS Pro, in quanto abbiamo preventivamente acquistato una quantità di AdBlue che ci basterà per almeno 1 anno intero e ne teniamo costantemente monitorati prezzo e disponibilità.

E' questa attenzione verso i dettagli e verso i cambiamenti degli scenari che contraddistingue il nostro modo di lavorare, e che va naturalmente a tutto vantaggio dei nostri Clienti.

 

Denis Stella


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